Sono una torinese trapiantata in Lombardia, abito a Magenta e sono mamma di due ragazze. Adoro viaggiare e sono stata fortunata perché ho avuto la possibilità di girare un po’. Oggi non lavoro più, ma prima lavoravo nel marketing e comunicazione nel settore del turismo. Però, state tranquille, non ho lasciato il lavoro a causa del cancro! L’ho fatto prima di ammalarmi, per potermi dedicare alle mie figlie!
La mia storia di malattia inizia il 7 agosto del 2011 quando, al termine di una normale giornata di vacanza al mare mi spoglio per farmi una doccia e noto sul seno destro quella che avrei definito una “puntura di zanzara” . Una settimana dopo, sdraiandomi sul lettino a prendere il sole, sollevo le braccia e avverto una forte tensione al seno. Allora, ancora con gli occhi chiusi, mi sfioro con la mano sinistra e mi rendo conto che la “puntura di zanzara” è diventata un grosso “ponfo”, duro e dolente. E’ il 18 agosto quando vado al pronto soccorso e mi faccio visitare ma non faccio né una mammografia né un’ecografia; viene diagnosticata invece una mastite. Tre settimane dopo, faccio un’ecografia di controllo a cui si aggiunge un agoaspirato. Ecco… da qui inizia tutto l’iter: panico, intervento, ancora panico…istologico, chemioterapia, radioterapia, un’annessiectomia preventiva…Fortuna che ho incontrato delle Donne Guerriere meravigliose che mi hanno accompagnato in questo percorso ed è grazie a loro che io sono ancora qua e, per il momento, sto vincendo io!
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Sono di Piacenza. Lavoro come impiegata e, a parte un breve periodo – quello dell’intervento e della chemioterapia – non ho mai smesso di lavorare. Amo la campagna, i fiori e il giardinaggio in generale. Amo la buona tavola e le scampagnate in compagnia. Mi piace anche correre e lo faccio spesso in pausa pranzo: oltre a fare bene alla salute, mi aiuta a scaricare la tensione!
Il cancro mi è stato diagnosticato nel 2011 e ho subito una mastectomia del seno sinistro. Inutile dire che al momento della diagnosi sono stata colta da una paura folle di non farcela… Il percorso è stato duro, non lo nego: intervento, chemio, protesi, gonfiaggi e poi ricostruzione del seno e del capezzolo con relativo tatuaggio dell’areola. Oggi posso dire di stare bene e di essere soddisfatta del mio aspetto. Conduco una vita normale e piena e cerco di non perdere mai le occasioni che la vita mi pone davanti.
Aver trovato altre donne con cui dividere il mio stato d’animo, potermi confrontare con chi c’era già passato o stava vivendo le stesse cose che stavo vivendo io, mi ha dato la forza per reagire e per non mollare mai, neanche quando mi sembrava che il mondo mi fosse crollato addosso.
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Sono friulana Doc, e la zia preferita dei miei due nipotini che adoro e che vizio non poco. Lavoro nell’amministrazione pubblica e vivo non lontano da Udine.
Nel Giugno 2011, togliendo la maglia sento qualcosa che “tira” nel seno destro. Ho un seno pieno di cisti che tengo regolarmente controllate e non mi sembra nulla di anormale ma prenoto una visita dalla senologa che mi segue regolarmente dato che mia mamma ha avuto un cancro al seno nel 2005. La dottoressa non si allarma ma mi anticipa l'ecografia e la mammografia, che eseguo ad inizio luglio. Nulla fa presagire che possa trattarsi di cancro al seno: il referto parla di cisti priva di vascolarizzazione e quindi la dottoressa mi tranquillizza e io non ci penso più.
Dopo una decina di giorni comincio ad avvertire un forte mal di schiena, all'inizio mi dicono che è una contrattura, nulla di preoccupante. Ma il dolore persiste… ed è insopportabile!
Prendo antinfiammatori e antidolorifici diversi ma il dolore non accenna a migliorare; finalmente è fine agosto quando riesco a farmi prescrivere delle radiografie che, però, non evidenziano grossi problemi. Consulto un ortopedico il quale mi suggerisce di fare una risonanza magnetica per verificare eventuali ernie non visibili. È il 20 di settembre quando vado a farla e al ritiro del referto il dottore è abbastanza diretto: mi dice che si tratta di un cancro. Le ipotesi sono varie: cancro ai polmoni, cancro all’intestino oppure al seno… Dico al medico che non può essere un cancro al seno perché ho da poco fatto i controlli e risulta tutto regolare. Esco sconvolta dall'ambulatorio, non so cosa pensare, continuano a risuonarmi nelle orecchie le sue parole. Il giorno dopo vado di corsa dal mio medico di base che legge il referto della risonanza magnetica e sbianca in volto. Cerca anche lui di non allarmarmi ma mi spedisce immediatamente da un oncologo e qui scopro che quello che nessuno mi aveva ancora detto è che dalla risonanza si evidenziavano delle metastasi ossee dovute ad un cancro al seno! Un cancro al seno!!!! Nonostante avessi fatto i controlli da poco e nessuno avesse rilevato qualcosa di anomalo… Ero fragile, confusa, spaventata… Il mio iter, quindi, si è focalizzato prima sulle metastasi e poi sull’intervento chirurgico. Molta radioterapia e numerose flebo di bifosfonato; intervento al seno e successiva annessiectomia preventiva. Ho incontrato molte persone meravigliose, alcune delle quali non ce l’hanno fatta… Io spero ogni giorno di poter essere, con la mia testimonianza, con il mio impegno, con la mia presenza di aiuto a qualche altra donna che si affaccia in questa esperienza di malattia. Perché … Io ci sono!
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Sono marchigiana e vivo in provincia di Latina con il mio compagno, ma faccio la spola tra Latina e Osimo, dove vivono i miei figli. La lontananza è pesante, ma cerco di fare del mio meglio per esserci sempre. Vivo in campagna circondata dai miei adorati animali e dalle mie piantine che curo ogni giorno. Ho molte passioni e facevo la tessitrice. Ora non ci riesco più, perché le mie mani non me lo permettono, ma cerco di coltivare altre passioni… una delle quali è la cucina!
Il mio incontro con il cancro è ben inciso nella mia memoria: Eravamo invitati a pranzo da amici e mi stavo preparando. Dopo la doccia, il rito della crema e mentre la spalmo sul seno eccolo lì, lo sento duro vicino al capezzolo. Il primo istinto è stato di ritrarre la mano, come se il mio seno me l’avesse bruciata, poi ho cominciato a ispezionarmi freddamente, era chiaro che non si trattava di nulla di normale, ma non avevo il coraggio di pensare a un tumore al seno. Avevo già vissuto l’esperienza di chi lotta contro il male e, con la mente sono ritornata a sei mesi prima, al solito controllo annuale, a quello screening al quale avevo affidato la mia salute, la mia vita.
Mi rivestii di corsa e cercai di rimuovere il problema, andammo dagli amici e cercai di essere la donna di sempre. Il giorno dopo andai dal dottore, che confermò anche lui dei sospetti.. fu un colpo: sono figlia di genitori colpiti da tumore e sapevo quale sarebbe stato il mio percorso. Capii che non potevo trascinare nel baratro anche il mio compagno e decisi di lasciarlo; mi sembrava già terribile dover coinvolgere i miei
ragazzi, non me la sentivo di sbaragliare anche la sua vita, invece, per fortuna, non si è piegato alla mia durezza, anzi mi ha sorretto ed è stato accanto anche ai miei ragazzi. Viviamo ancora insieme, nonostante il destino mi abbia riservato, oltre al tumore al seno anche un cancro, anzi tre, all’intestino e al retto, e abbia dovuto subire l’esportazione totale dell’intestino. Nonostante tutto, sono qua. Nonostante tutto, combatto con tutte le mie forze giorno dopo giorno. Ho lasciato alle mie spalle le persone che non volevo più vicino a me e ho scelto chi avere accanto. Sono motivata da un forte amore per la vita e riconosco al tumore al seno il solo merito di avermi fatto conoscere quelle che ora sono le mie sorelle d'anima.
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Sono di Mantova e ho molte passioni. Lavoro la ceramica, dipingo, mi piace cucinare. Ho lavorato in banca ma sono andata in pensione presto e questo mi permette di seguire i miei tanti hobbies. Sono nonna di due nipotini e ho una figlia che vive dall’altra parte dell’Italia. Per questo, diverse volte all’anno mi metto in macchina con mio marito e li raggiungo: non posso stare lontano da loro troppo a lungo!
Quando ho scoperto la malattia, non pensavo di poterne uscire in questo modo e di essere qui, oggi, a raccontare la mia storia. Pensavo che la mia vita fosse letteralmente finita. Il giorno prima della diagnosi avevo seppellito mia madre, dopo averla assistita in casa per quasi due anni; non era quindi un momento felice della mia vita e non avevo le energie per far fronte a questa notizia. Ho subito un intervento di mastectomia con svuotamento ascellare, otto chemioterapie e 25 sedute di radioterapia
Contemporaneamente ho iniziato la terapia ormonale.
Non è facile comunque affrontare e superare tutto questo. Mi sono sempre considerata una persona fragile e debole, incapace di affrontare le avversità della vita e soprattutto le malattie. Ma mi sono ricreduta. Devo ringraziare, prima di tutto la mia famiglia ma la miccia che ha innescato la mia capacità di reagire è stato l’incontro, prima virtuale e poi anche fisico, con donne che avevano vissuto o stavano vivendo la mia stessa esperienza. Donne che capivano perfettamente ogni sfumatura dei miei problemi e dei miei stati d’animo, che hanno saputo starmi vicino, incoraggiarmi e coccolarmi con le parole giuste momento per momento. Senza di questo non credo che ce l’avrei fatta…