L'aspetto estetico è giustamente una delle preoccupazioni delle donne colpite dal tumore al seno. Che aspetto avrò dopo l’intervento? Certo, non sarà esattamente il seno di prima ma la chirurgia plastica ha fatto passi da gigante e si ottengono oramai risultati davvero buoni. Tranquille, il seno operato viene ricostruito (sono fasi piuttosto lunghe, non aspettatevi di liquidare la faccenda in un paio di mesi, lo so, ci si vorrebbe vedere di nuovo belle in gran fretta ma ci sono tempi di attesa da rispettare tra le terapie e i vari interventi per assestare il tutto).
La ricostruzione dipende da diversi fattori: tipo di intervento (quadrante o mastectomia), stato di conservazione dei tessuti e muscoli, asportazione del capezzolo o no.
Quadrantectomia
Viene asportato solo una parte del seno (appunto un quadrante). Si effettua in caso di tumori piccoli in un seno abbastanza grande da poter asportare la parte malata con il prescritto margine di sicurezza intorno.
Il seno viene praticamente diviso in 4 quarti: quadrante superiore esterno/interno, quadrante inferiore esterno/interno. A seconda della posizione del tumore viene asportato il settore interessato. Qualora il tumore è situato sotto il capezzolo o comunque in prossimità si procede alla asportazione del quadrante centrale (avete presente cavare la parte centrale di un ananas?).
Mastectomia
Viene asportato la totalità del seno. Ci sono diverse modalità: si può asportare l’intera ghiandola mammaria con o senza capezzolo salvando o no la pelle del seno oppure si può asportare in più anche parte o totalità del muscolo pettorale.
La medicina moderna tende a salvare il più possibile il seno della donna.
La ricostruzione mammaria dipende quindi dal tipo di intervento subito:
Nel caso della quadrantectomia non è previsto l’inserimento di una protesi. Il seno operato viene rimodellato durante l’intervento per conservare il più possibile una forma naturale e se necessario si procede anche alla riduzione del seno sano per non creare squilibri (questa simmetrizzazione può anche avvenire in un secondo momento).
In caso di mastectomia ci sono due possibilità:
-ricostruzione immediata con l’inserimento della protesi definitiva sin dall’inizio
-ricostruzione differita, per cui durante l’intervento di mastectomia viene inserito una protesi provvisoria chiamata espansore che in pratica è come un sacchetto vuoto che viene inserito sotto il muscolo pettorale (perciò questo tipo di intervento non si può fare se viene asportato gran parte del muscolo pettorale perché mancherebbe la sede dove inserire la protesi che non viene semplicemente infilata sotto la pelle ma appunto sotto il muscolo). Questo sacchetto viene periodicamente riempito di liquido fisiologico aumentando così progressivamente di volume fino a ottenere la taglia desiderata (ovviamente non una sesta). Si gonfia man mano il sacchetto allargando lo spazio sotto il muscolo pettorale e aumentando la pelle che ricopre la zona in modo che con un secondo intervento a distanza di tempo la protesi definitiva possa trovare lo spazio sufficiente per poter essere inserita.
Mediante un successivo lipofilling si possono correggere le imperfezioni rimaste. Ma non sempre è possibile fare il lipofilling...
Ci sono però dei casi che non permettono l’inserimento di protesi (tessuti irradiati precedentemente per es. in caso di recidive, oppure asportazione dei muscoli pettorali). In questi casi si può ricorrere alla ricostruzione prelevando parte di altri muscoli del corpo della donna: o del muscolo addominale (TRAM flap) o del gran dorsale. Questi tipi di interventi sono abbastanza complessi e lunghi ma danno risultati buoni anche se lasciano cicatrici in altre parti del corpo come schiena o addome (oltre a un indebolimento della parete addominale).
Nel caso in cui il capezzolo debba essere asportato insieme al seno, ovviamente esiste anche la ricostruzione dello stesso.
il capezzolo è l'ultima fase della ricostruzione. Prima si deve assestare il seno o la protesi dopo i vari interventi e dopo le terapie in modo da poter allineare i due capezzoli, quello rimasto orfano e quello da ricostruire, alla stessa altezza in modo simmetrico.
Modi di ricostruzione del capezzolo
- Se avete un capezzolo e un'areola piuttosto grandi si può trapiantare metà del capezzolo sano sul seno operato.
- Il bottoncino del capezzolo viene ricostruito con lembi di pelle. Si incide la pelle in sede, si ricavano alcuni piccoli lembi a forma di petalo che vengono attorcigliati e cuciti insieme. l'areola invece viene tatuata in un secondo momento. (Per chi non sopporta vedersi senza capezzolo esistono in commercio dei capezzoli auto collanti in silicone da applicare temporaneamente sul seno). Un piccolo appunto sul capezzolo ricostruito: esso, a differenza di un capezzolo vero e sano, è fisso, cioè rimane sempre in posizione diciamo "eretta", non si appiattisce come l'altro.
immagini ricostruzioni:
Tram flap
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Gran Dorsale
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Ricostruzione capezzolo
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Il lipofilling è una tecnica in grado di riempire tessuti “svuotati” per esiti postraumatici , chirurgici o per difetti congeniti, attraverso l’inserimento di tessuto adiposo prelevato da altre aree del nostro corpo quali ad esempio addome o aree trocanteriche degli arti inferiori.
Nel tessuto adiposo aspirato attraverso piccolissime cannule infatti sono presenti numerose cellule staminali in grado di riprodursi una volta reimpiantate nell’area ricevente.
Tutto questo è possibile attraverso un ormai collaudato procedimento di preparazione e centrifugazione del tessuto adiposo prelevato e reimpiantato immediatamente attraverso piccolissime cannule nelle aree del corpo che necessitano riempimento di volume.
Il procedimento si attua in anestesia locale in assoluto regime ambulatoriale o di Day Surgery .
Tale tecnica è ormai comunemente impiegata nel riempire deficit di tessuto sottocutaneo negli esiti di traumi, nei deficit di tessuto per procedure chirurgiche , quali ad esempio nelle quadrantectomie mammarie per tumori, o negli esiti chirurgici per interventi ortopedici.
Inoltre ormai collaudate sono le procedure nel campo dell’estetica quali il modellamento dei glutei e dell’aumento del volume del seno di circa una taglia.
Il grande vantaggio rispetto ad altre tecniche in grado di riempire deficit di tessuti quali l’acido ialuronico o collagene è nella è nel fatto che l’impianto di tessuto adiposo prevede un unico intervento proprio per il fatto che le cellule staminali presenti nel tessuto sono in grado di riprodursi e quindi stabilizzare nel tempo la permanenza nella sede di impianto senza importanti problemi di riassorbimento.
Condizione indispensabile per valutare la possibilità della procedure e garantire i risultati è una visita preliminare dallo specialista che sarà in grado di darvi tutte le risposte agli eventuali vantaggi di tale intervento
(Fonte: senoesalute. blogspot.it)
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La procedura messa a punto dal dr Rigotti è attiva dal 2000, ma solo lo scorso dicembre è stata pienamente validata dal CNT - Centro Nazionale Trapianti, che ha stabilito che è una procedura chirurgica efficace e consolidata a livello internazionale.
Si tratta di prelievo di tessuto adiposo in piccole quantità e del contestuale innesto nel seno da ricostruire.
A differenza del lipofilling tradizionale, il grasso prelevato non viene centrifugato e aggiunto di sangue, ma immesso direttamente senza esporlo all'aria, in quanto è stato verificato che questa metodologia consente una maggiore presenza di cellule staminali e un "attecchimento" di maggiore quantità di grasso.
Infatti con il lipofilling sopravvive il 30-50% del tessuto adiposo, con la "rigottomia" la percentuale si assesta oltre il 60%.
Inoltre il seno così ricostruito conserva la sensibilità, e non è certo cosa da poco!
Lo svantaggio è che per ottenere risultati ottimali sono necessarie diverse immissioni di grasso, fino a 8/9 nei casi di pelle irradiata. Ma si tratta di interventi in anestesia locale, che prevedono una sola notte di ricovero e al solo scopo di controllare l'attecchimento.
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